domenica 30 ottobre 2011

Emily Dickinson - 5 ottobre 1851


5 ottobre 1851 (un passo della lettera n°54)

"Non so perché, caro Austin, pur non essendoci nulla da dire che possa interessarti, mi senta in qualche modo obbligata a non lasciarmi scappare nessuno che possa per caso avere a che fare con te.
Traggo molta soddisfazione dalla consapevolezza che nessuno può eludere la mia sorveglianza, né con qualsiasi mezzo sottrarsi a qualsivoglia borsa o fagotto che intenda mandarti - e poi, Austin, "quando la giornata è buia e tetra e il vento non è mai stanco",un tenue ricordo può essere di qualche vantaggio per ravvivare lo spirito. È una giornata così
oggi - nulla se non pioggia e rovesci, un rovescio dopo l'altro di pioggia fredda e battente. Sono a casa invece che alla riunione a causa del maltempo e della mia debole costituzione, che, ho assicurato ai genitori, oggi non mi avrebbe permesso di accompagnarli.
È la Domenica in Comunità, e ci staranno un bel po' - che piacevoli momenti avremo io e il gatto per divertirci! Giusto adesso il sole ha fatto capolino. Ti svelo che l'ho ricacciato dietro alla nuvola più alta, non ha il mio permesso di farsi rivedere fino a dopo la riunione,
allora potrà splendere quanto vuole, per quanto ce ne importi, a me e al gatto!"
 
Emily scrive al fratello lontano. E' sola in casa perchè la sua famiglia è andata all'adunanza domenicale e lei non sentendosi bene preferisce rimanere in casa a godersi la solitudine e la pioggia in compagna del gatto.
Manifesta una certa soddisfazione nel sapere di avere la certezza di poter controllare le persone che potrebbero incontrare il fratello e ha già pronte tutte le cose da mandargli.
Le sue parole evidenziano la freschezza dei suoi vent'anni; riesco ad immaginarla mentre ascolta la pioggia assorta nei suoi pensieri affettuosi per il fratello di cui sente molto la mancanza. 

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